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All'alba del 25 aprile mentre la maggior parte degli Italiani si accingeva a festeggiare la liberazione, Daniele Sparti, accusato di reati connessi agli stupefacienti e detenuto nel carcere di Via Foscolo a Giarre è morto, da solo, mentre la macchina a cui era legato e che gli dava ossigeno era fuori uso.

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Daniele Sparti era gravemente malato e riusciva a sopravvivere grazie all'ossigeno terapia ma secondo " l'osservatorio permanente sulle morti in carcere "  nelle prime ore del mattino l'ossigeno si era esaurito, da solo, in una sezione del carcere con 90 detenuti controllata da una sola guardia carceraria e incapacitato a chiedere aiuto Daniele non c'è l'ha fatta, mentre il sole che spuntava dalla sua piccola finestra preannunciava una bella giornata in cui tutta Italia si sarebbe tuffata per festeggiare la liberazione l'ennesima vittima della politica Italiana chiudeva i suoi occhi, lasciandosi alle spalle tutto, la sua vita, i suoi amici, le sue piccole cose che costruivano la sua vita dentro quell'inferno all'Italiana.

Arresto cardiocircolatorio, un inchiesta aperta dalla procura di Catania al momento senza indagati, una mera formalità.

Sa bene la procura in fondo che ad essere indagata dovrebbe essere un intera classe politica senza alcuna distinzione di colore e simbolo, questa gente senza vergogna che ha governato l'Italia fino ad oggi, questi parassiti della società, erano a malapena tollerabili quando non facevano vittime.

Quando grazie alla loro imperizia ed assoluta incapacità amministrativa morivano in "pochi" si fa per dire, un magistrato qui un giornalista li, lasciati soli a lottare contro orde di mafiosi organizzati.

Ma oggi muoiono tutti, muoiono i Daniele nelle stanze buie e senza speranza di carceri troppo affollate, muoiono chissà quanti Michele, Giovanni, Carmelo.

Nelle retrovie dello stato, tra i substrati di una società dimenticata, dove la testa "puzza" ed il resto del corpo sociale non può che puzzare.

Morire senza ossigeno è un agonia lenta, un graduale annebbiarsi, una dolce e tremenda presa di coscienza di ciò che accade, un dolore sordo alla fine, una paura che acceca tutto, un colore nero che invade prepotente la visuale e mortifica i sensi. Mentre i nostri politici passeggiavano tra le passerelle del momento, facendosi vedere in questo o in quel teatrino, la libertà, la democrazia, quei valori scritti in quella famosa carta che è la nostra costituzione, cessavano di essere reali, e tornavano ad essere solo dei sogni, delle chimere, rendendo vana quella liberazione.

Chi non è Daniele?

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