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Pedara si trova a ridosso del versante meridionale dell'Etna, nella zona dei coni avventizi dei Monti Rossi, dai quali fuoriuscì la grande colata del 1669, ad un'altitudine di 610 metri s.l.m. e ha una popolazione di 10.061 abitanti.L'economia di Pedara fino ad alcuni decenni fa era si basava esclusivamente sull'agricoltura: vigneto e frutteto con varietà di prodotti tipici dell'Etna. Oggi è basata sul terziario, l'artigianato e il turismo (nei giorni festivi e nei mesi estivi tocca le 25/30 mila unità).

LA STORIA

L'ipotesi principale è che il nome di Pedara derivi de "Epidauro", città greca con le stesse caratteristiche ambientali, ma esistono altre ipotesi, una delle quali lo farebbe risalire alla posizione geografica "ad Pedes arae" o "Apud aram" (ai piedi dell'ara). L'ara sarebbe un altare dedicato a Giove sulle pendici del Vulcano, forse la torre del Filosofo o l'Etna stesso.
Dai reperti archeologici rinvenuti in parecchie contrade, si deduce che le origini del centro risalgono al periodo greco.
Dal tempo della conquista normanna (sec. XII) fino al secolo XVI il nucleo abitato venne amministrato dalla Curia Arcivescovile di Catania. Nel 1641 Domenico Di Giovanni, Principe di Trecastagni, ottenne dagli spagnoli il titolo di Barone di Pedara, che affidò la gestione del territorio e dei possedimenti alla famiglia Pappalardo. Si deve a Don Diego Pappalardo (1636 - 1710), membro dell'Ordine di Malta, lo sviluppo economico ed artistico del paese ed, in particolare, il completamento dell'attuale basilica che dedicò a Santa Caterina d'Alessandria. Fino alla soppressione del feudalesimo, Pedara rimase feudo dei Di Giovanni e dei loro eredi, gli Alliata di Villafranca. Nel 1818 venne eretto a Comune del Regno delle Due Sicilie.
 

LA CITTA'

La Basilica di Santa Caterina - Ad est di Piazza Don Diego, si erge imponente la facciata della Basilica "S. Caterina", di forma rettangolare con smembrature di pietra lavica scura, aperta da tre eleganti portali e affiancata da un campanile a torre cuspidata. Sulla facciata laterale, su un riquadro di marmo di cm 159x156, è disegnato un orologio solare, uno dei più interessanti della Sicilia. Nell'interno, oltre alle bellezze artistiche con cui sono affrescati i pilastri, le volte e le absidi, si conserva un importante dipinto "Il martirio di S. Caterina", attribuito a Mattia Preti.

Il Palazzo Baronale Pappalardo - Sulla Piazza Don Diego si incontra inoltre il Palazzo Baronale, residenza in origine di Don Diego Pappalardo, la cui costruzione risale alla fine del 1600.

Il Palazzo Baronale Di Giovanni - Sul Corso Ara di Giove si trova il Palazzo Baronale residenza dei Principi Di Giovanni.

Monumenti minori e dintorni - Altri monumenti da ricordare sono la Chiesa di Sant'Antonio, di San Biagio, di San Vito, della Madonna della Stella, Madonna delle Grazie e posta su una collinetta a nord del paese, la chiesa dell'Annunziata. Inoltre, nell'ottocentesco palazzo di Corso Ara di giove 126, ha sede la biblioteca comunale, la quale conta un patrimonio librario di circa 18.000 volumi con dotazione di opere enciclopediche, filosofiche, letterarie, scientifiche, storiche, specialistiche, per ragazzini e bambini. La biblioteca possiede un laboratorio linguistico e di recente è dotata di un'opera multimediale in CD-ROM.