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Ed infine eccomi, ne è passata di acqua sotto i ponti dal mio ultimo articolo in questo Diario. Tempo scandito da troppi eventi, tante cose che sono cambiate alla velocità della luce. O forse no? in effetti i cambiamenti sono avvenuti gradualmente, ed il primo è di la che dorme in una culla.

Cominciare da qualsiasi punto mi sembra assurdo, ma pur da qualche lato devo cominciare se voglio che questo diario continui la sua vita, che a questo punto spero mi accompagni per lungo tempo di pari passo alla mia.

Non so bene cosa si debba fare, perchè è la prima volta per me, quando si arriva ad un punto in cui i ponti col passato si tranciano repentinamente, il futuro si apre davanti come un baratro di incertezze e libertà, e contemporaneamente una serie di fattori contingenti ti bloccano e ti fanno sentire in una galera senza sbarre, ma pur sempre una galera per Dio.

 Nel giro di un anno, più o meno da quando ho smesso di scrivere questo Diario ho perso mia madre, l'unica donna che mi teneva ancorato alla realtà, al mio passato, alle mie radici. Con essa, ed in malo modo, ad una velocità che oggi mi appare straordinaria, si sono deteriorati tutti i rapporti con la mia famiglia, rapporti che credevo più saldi, ma che con la mancanza di quell'amorevole collante che era mia madre, si sono interrotti.

Nel frattempo, ho avuto un figlio, mescolando la gioia della sua nascita e della sua morte mi sono gettato sul lavoro, dal lavoro ho solamente pensato a come sopravvivere, anzi a come smettere di sopravvivere ed iniziare a vivere meglio.

In tutto questo la mia mente ha ragionato confusa senza punti fermi, persa tra varie sponde.

Oggi, all'alba del 7 novembre 2010, mi ritrovo smarrito e affranto, affranto da un dolore a cui non ho potuto pensare troppo, e smarrito, di fronte alle scelte che potrei fare per andare avanti.

Ma cosa diavolo fare?

Si dice che un figlio faccia diventare più calmi, riflessivi, pacati e bisognosi di stabilità, non di certo per un anima inqiueta come la mia questo è vero, mi si rivolta dentro tutto invece e cerco più che prima una posizione comoda,  e cercando questo sono continuamente messo alla prova, come al solito, catalizzatore dei malumori altrui.

Con la mia compagna, non ne voglio parlare, ho smesso da tempo, anche in questo diari, di concentrarmi sulle donne o sull'amore, troppo poco mi ha dato nella mia vita, in 28 anni ho imparato solamente che un rapporto di coppia per funzionare, deve costare la resa di una delle due parti, che cessando di far valere i propri diritti deve subire l'insopportabile ingerenza dell'altro, un rapporto maturo, senza che vi siano mancanze di rispetto e invadenze reciproche, devo ancora conoscerlo, mai visto, ne in me stesso ne negli altri.

E tutti quelli che sento in giro vantarsi di avere un gran bel rapporto o un gran amore, o sono all' inizio, o non possiedono un gran carattere, o sono talmente frustrati dentro che pure loro si sono scordati di come sia essere se stessi piuttosto che l'appendice dell'altro, o probabilmente, non avevano molta fiducia in se stessi e sono stati lieti di affidare ad altri la responsabilità di un identità, di un anima sola anzicchè mezza o due in una.

Perchè bando alle ciance per me l'amore non deve essere la fusione di due anime in una, questo orribile ritratto dell'amore ereditato da chissà quale retaggio, proprio non mi piace, vorrei che fosse l'incontro tra due esseri che nel repicroco rispetto si scoprono,ed accettandosi dividono insieme un cammino.

Poi va be, stamattina parlo così dopo una lite, non credo di essere del tutto lontano dal concetto di amore, ma da sempre ho dato a questo sentimento un importanza minore, forse perchè ne sono disilluso, un pò scottato o impaurito io non lo so,  fatto sta che volere bene a qualcuno è una cosa bella, ma andrebbe fatta nel giusto modo.

Comunque io da questa vita ho avuto assaggi di felicità ma non credo di essermi abbuffato, ancora, a questa tavola, fatta eccezione per mio figlio, ma quella è una felicità diversa, non appaga il tuo ego che ancora si scuote, è una felicità pura, quasi esteriore dal tuo essere, qualcosa di lontano dalle voglie, e dalle cose che in qualche modo sono piacevoli solo per te stesso.

Io sono una persona che si accontenta di poco, e quel poco perfino mi viene criticato, ora capisco chi ha tanto e si accontenta di tanto, viene praticamente crocifisso. Chi ti sta accanto trova utile rinfacciarti sempre le cose piacevoli che fai, sentendosi in colpa per quelle meno piacevoli, di cui è spesso direttamente o indirettamente responsabile, così la vita ti va avanti così e se non rompi le catene, diventa una partita a ping pong tra quello che vorresti essere e quello che vorresti dire e quello che sei e dici per non dispiacere a nessuno.

A cosa serva tutto ciò, io ancora non l'ho capito, tutto ciò che vedo è che spesso quei pochi anni che ci vengono concessi li spendiamo in battaglie senza senso, perse nei dedali delle nostre confusioni.

Ma oggi più che mai, con ottimismo sono convinto che sia la vera libertà interiore, quella che ti permette di agire sempre seguendo i tuoi istinti e le tue intuizioni che ti rende veramente felice.

Seguire un percorso, un progetto, un sogno, tentare di realizzarlo, destreggiarsi tra le ortiche del cammino, capire un senso più profondo, abbracciare l'umanità in modo ampio, a 360 gradi.

Sono le 6.50 del mattino ed io, ho bisogno di un pò di tempo per digerire l'inizio di nuovo di questo Diario, vita, morte, si sono ultimamente affacciate dal davanzale della mia esistenza, ho perso l'abitudine a scrivere, faccio fatica, cerco la pace, non so se riuscirò a trovarla, mi fa piacere avere reiniziato a scrivere a novembre, mese che amo, spero di farcela, da oggi chiuderò ogni post con un video che rispecchia lo stato d'animo che ho mentre scrivo, spero vi piaccia, vi abbraccio.