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Ci troviamo a Leonforte, piccolo ma importante paese dell’ Ennese arroccato tra le montagne salito alle cronache di questi giorni per aver avuto da pochissimi giorni la conferma del primo caso di coronavirus.

 

Lo sfortunato cittadino trovato purtroppo positivo si chiama Fabio d’Angelo, dipendente comunale, adesso ricoverato e pare, in condizioni buone. Immediatamente in paese già nei giorni scorsi si è diffuso il panico ma insieme al panico anche qualcos’altro.

L’Impiegato, si vocifera in paese, tornato da un viaggio a Roma non avrebbe rispettato l’auto isolamento. Notizia non confermata, partita probabilmente da mere voci, ma tanto è bastato per scatenare l’odio nei social e nei vari gruppi whatsapp.

Un odio così forte che il povero impiegato, dal suo letto d’ospedale, si è sentito in dovere di affidare ad un amica su Facebook uno scritto che riportiamo di seguito, per difendersi e per difendere a sua detta la famiglia dai numerosi attacchi subiti.

Una vera e propria caccia alle streghe insomma che fa intuire la paura ed il panico che il virus è in grado di generare tra le persone.

POST DI FABIO D’ANGELO

“ Vi mando questo scritto dal letto di ospedale. Non perché ci tenga a contrastare le assurdità dette su di me, perché ci passo sopra e non mi interessano.. Ma lo faccio per le mie figlie che stanno soffrendo troppo a causa delle vostre Ignominie.
Non è vero che lavoro a Roma e sugnu cughiuni, perché tutti sanno che lavoro al comune, né che frequento bar e ristoranti, figuratevi, quello lo fa la gente di bassa lega ed io non sono fra questi.
Vi dico rispettare la mia privacy e della mia famiglia che sta passando giorni infernali.
Le autorità sanitarie stanno battendo ogni pista con la mia è la nostra collaborazione.
Sono una persona molto religiosa e chi mi conosce lo sa, per questo. vi dico pregate, invece di denigrare, accusare, mormorare. Basta una Ave Maria ciascuno ed in un minuto ne contiamo 13000. L' uomo ormai in italia ha perso ogni contatto con Dio. Siete figli del soggettivismo, tutto è mio, tutti io....
Sabato scorso appena salita la febbre , subito ho chiamato i numeri 1500 e 112... alla fine l' ufficiale sanitario ed mio medico ne erano infirmati. Ho quasi 54 anni o vi pare che sono un untore? Io credi nei miracoli e nella Madonna del Carmelo che ci protesse dall'allora untori della peste. Voi credete in voi stessi, ma senza Dio non ce la faremo a vincere questa battaglia.
Non immaginate quanto rammarico ho nell' essere diventato un inconsapevole diffusore della malattia, prima del 7 marzo. Ma non lo potevo sapere.....
Comunque si può rimediare, vi ho preso in carico con le mie preghiere e sto unendo la mia sofferenza a quella di Gesù, in questo periodo di quaresima, per chiedere a Lui di proteggerci tutti nessuno escluso, compresi i nemici. In modo che il giorno di Pasqua possiamo uscire da questo incubo e vedere la gloria di Gesù risorto.
Vi amo tutti quanti, nessuno escluso. Tengo alla vostra vita e salute, più della mia salute e vita. Dio mi deve dare questa grazia, voi salvi tutti , io nelle mani Sue. Ma vi chiedo di pregare, perché Dio c è ed aspetta ognuno di noi alla finestra, vuole essere cercato per aprire una relazione con noi.
Dio vi benedica, il vostro Fabio.
PS: Un pensiero al grande Padre Pernicone che adesso è in Paradiso...”

 

Uno scritto drammatico e a tratti commovente quello del povero impiegato, vittima della paura che trasforma le persone e rende nemici gli stessi abitanti di una piccola comunità. Anche questo, è il virus.