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Caltagirone (Cattaggiruni in siciliano) soprannominata La Regina dei Monti è un comune di 39.478 abitanti della provincia di Catania, capoluogo del comprensorio del calatino.Situato nella Sicilia centrale, è famoso per la produzione della ceramica, sviluppatasi nei secoli a partire dai tempi della Magna Grecia. Dopo un passato glorioso che la vide, già da oltre due millenni, roccaforte privilegiata per bizantini, arabi, genovesi e normanni che controllavano le due piane quella di Catania e di Gela, oggi Caltagirone vive un periodo di rinnovato sviluppo, grazie alle sue risorse principali come il turismo e la produzione della ceramica. ricca di monumenti come le chiese, pregevoli palazzi e ville settecentesche, per l’eccezionale valore del suo patrimonio monumentale fa parte dei comuni del Val di Noto, Patrimonio Mondiale dell’umanità.Il simbolo di Caltagirone Il simbolo di Caltagirone risale al 1030, anno della liberazione della città da parte dei genovesi dal dominio saraceno. I calatini, per riconoscenza, avrebbero adottato nel loro stemma, nel petto dell’aquila che tiene tra gli artigli un osso, lo scudo crociato rosso sostenuto da due grifoni, per ricordare l’antica origine, quella della Repubblica marinara.Geografia La città è ubicata sulla sella di collegamento tra gli Erei e gli Iblei in cui passa la Strada Statale 417, che la collega a Catania e a Gela.Caltagirone si trova a circa 50 km a sud-ovest del capoluogo.

La città(610 s.l.m.-parte alta)si sviluppa su tre colli adiacenti della catena dei monti Erei e presenta un assetto urbanistico in cui la parte del centro storico, collocata più in alto, è nettamente distinta dalla zona di nuova espansione, più a sud-est.Presso la parte nuova della città si trova la nuova stazione ferroviaria della linea a binario unico Catania-Gela.La precedente stazione venne disattivata alla fine degli anni settanta in concomitanza con l’attivazione della nuova linea per Gela e la costruzione della nuova grande stazione.

La linea ferroviaria a scartamento ridotto che collegava il centro con Piazza Armerina (EN) e la Stazione di Dittaino era già stata disattivata negli anni ‘60.Il territorioLa città sorge al margine occidentale della provincia, a 608m di altitudine, adagiata su tre colli che formano un anfiteatro naturale e che costituiscono lo spartiacque tra le valli del fiume Maroglio, che sfocia nel golfo di Gela, e il fiume Caltagirone che scende verso la piana di Catania.Il comune di Caltagirone rientra tra i primi 30 comuni più estesi d’Italia: Il territorio di Caltagirone con i suoi 382km² è il più esteso della Sicilia dopo quello di Monreale, Ragusa,Noto e Caltanissetta è prevalentemente collinoso con ampie vallate al sud, al nord vicino al confine territoriale di Mineo è quasi pianeggiante.

Nella parte meridionale si trova un piccolo altopiano sabbioso dove sorge il piccolo borgo di Santo Pietro con la sua riserva naturale, nell’altopiano si può godere il panorama del golfo di Gela.Sempre nella parte meridionale sorge il piccolo centro di Granieri, situata a 351m di altitudine, era un feudo fin quando nei primi anni del Novecento entrò a far parte nel territorio di Caltagirone.Facevano parte del territorio le borgate di Mazzarrone, Botteghelle, Cucchi, Leva e Grassura, elevate a comune autonomo nel 1976 e costituenti l’attuale comune di Mazzarrone.

 

 

Già nel 1937 era stato ceduto, al comune di Chiaramonte Gulfi, l’esteso territorio dell’ex feudo Mazzarronello, posto a sud di Mazzarrone.Nel territorio di Caltagirone è presente una riserva naturale e un parco situato nella parte nord della città:
Riserva Naturale Orientata Bosco di Santo Pietro
Strade Caltagirone è collegato a Gela e Catania mediante la Strada Statale 417 detta, anche se non molto a proposito, la scorrimento veloce e a Catania per mezzo della, più lunga, Strada Statale 385 di Palagonia che dopo il Bivio Iazzotto si innesta sulla costiera SS114.È collegata anche a Siracusa per mezzo della Strada Statale 124 che prosegue oltre San Michele di Ganzaria innestandosi sulla SS117 Bis.

Su queste direttrici operano varie autolinee extraurbane come la Sais Autolinee, l’Etna Trasporti e l’ Azienda Siciliana Trasporti che gestisce anche il trasporto urbano della città .Economia La famosa Scalinata di Santa Maria del Monte decorata con piastrelle in ceramica policromaCaltagirone è un importante centro agricolo (si annoverano coltivazioni di uva, olive, mandorle, pesche, querce da sughero) (Quercus suber) ma è noto soprattutto per la tradizione della produzione di ceramica.La produzione ceramica, sviluppatasi nel corso dei millenni, ha portato ad una fiorente attività che si manifesta nelle innumerevoli botteghe in cui la produzione tradizionale di stoviglie e manufatti vari si va evolvendo sempre più verso forme artistiche decorate a mano.Oltre al vasellame, elementi di spicco nella produzione locale sono le figure in terracotta ed i fischietti.

A questo proposito, la città è dotata di un proprio museo specializzato, il Museo della ceramica, che raccoglie oggetti che documentano l’evoluzione dei manufatti del settore a partire dalla preistoria e dal periodo della Magna Grecia attraendo numerosi visitatori e turisti.In tempi recenti si è sviluppata una forma di attrattiva turistica costituita dai presepi artistici nei quali le figure in terracotta inserite all’interno costituiscono uno degli aspetti più rilevanti dal punto di vista artistico: al presepe sono dedicate numerose caratteristiche esposizioni sia permanenti che temporanee nei mesi di dicembre e gennaio. Recentemente, nei locali della ex biblioteca comunale, è stato istituito il Museo internazionale del presepe, che vanta una collezione di oltre mille pezzi, i quali abbracciano un percorso storico che va dal Settecento fino ai giorni nostri.La città festeggia come patrono San Giacomo ed in occasione della festività, la scala monumentale viene illuminata con un sistema tradizionale di coppi colorati disposti in modo da riprodurre un disegno stilizzato dal notevole effetto scenico.I principali punti di interesse turistico del centro storico sono la lunga Scalinata di Santa Maria del Monteo comunemente detta”La Matrice”, in cui ognuna delle 142 alzate è decorata con un differente motivo di piastrelle in ceramica che riprendono gli stili del passato, e il ponte di S.Francesco che collega i due colli su cui si sviluppa il centro storico.Distrutta quasi completamente nel 1693 dal Terremoto del Val di Noto, Caltagirone venne interamente ricostruita: i principali edifici pubblici sono infatti in stile barocco.

 La città è stata a ragione inserita tra le città tardo barocche del Val di Noto, che costituiscono uno dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.Industria All’interno della Zona industriale di Caltagirone, posta in basso nella piana di Catania, si svolgono importanti attività di carattere industriale e artigianale.Nell’Area di Sviluppo Industriale (ASI) operano decine di imprese tra cui primeggiano quelle alimentari, della ceramica, dell’edilizia e manifatturiere.Vi operano oggi 20 aziende, cui se ne aggiungono altrettante che stanno avviando l’attività produttiva con un impiego di forza lavoro di un migliaio di unità.StoriaI secoli XV-XVII furono l’epoca aurea della “Città della ceramica”, che allora si arricchì di chiese, istituti, collegi e conventi. Nacque pure l’università nella quale si insegnavano giurisprudenza, filosofia e medicina, nonché un ospedale che era tra i migliori della Sicilia.

In quei secoli la popolazione della città si aggirò sempre attorno ai 20.000 abitanti, di cui un migliaio erano ceramisti.Il 1693 è l’anno che segna una drammatica, radicale svolta per Caltagirone come del resto per l’intera Sicilia orientale. Un catastrofico terremoto la rade al suolo insieme ad altre dieci città: un immane disastro che costò la vita a circa 100 mila persone.La città nell’arco di circa dieci anni risorge con un volto barocco, quello che ancora oggi sostanzialmente conserva.Il Novecento Nel 1900 Caltagirone fu città simbolo del popolarismo italiano di Don Luigi Sturzo. Caltagirone fu anche il simbolo del movimento anti-fascista infatti Don Luigi Sturzo si oppose al fascismo e dovette per tale motivo rifugiarsi prima a Londra e poi a New York.Nella seconda guerra mondiale Caltagirone ha sofferto dei pesanti bombardamenti da parte degli angloamericani che distrussero alcuni monumenti significativi per la città.Dagli anni sessanta agli anni settanta, a causa dell’insufficiente sviluppo economico, Caltagirone subì un massiccio esodo di popolazione verso le regioni del nord, finché nel decennio successivo si ebbe una nuova crescita dell’economia, dovuta allo sviluppo dell’attività artigianale e dell’edilizia con l’espansione della città nuova.

Oggi Caltagirone è una delle più importanti destinazioni turistiche della Sicilia, grazie al suo patrimonio artistico e maiolico, come per le sue tradizioni uniche, per la bellezza dei suoi belvederi e monumenti.Tra le sue risorse importanti, ci sono i musei (museo regionale della ceramica, Mostra dei pupi siciliani, Galleria Civica d’Arte Contemporanea, e molti altri), le chiese [se ne contano più di 50) chiese, e le ville (Villa Patti, Villa Milazzo, e molte altre).

Eventi Presepi di Caltagirone, dal 1 dicembre al 31 gennaio biennale della ceramica, dal 20 dicembre al 24 febbraio La passione di Cristo, domenica delle palme Scala infiorata, maggio A Rusedda, (maggio) Spettacolo di fuochi e suoni, 23 luglio Scala illuminata, 24-25 luglio e 14-15 Agosto Sagra dell’uva da tavola fraz. Granieri, 26 agosto La città moderna La moderna Caltagirone è disposta ad anfiteatro e si presenta agli occhi dei visitatori in tutto il suo splendore con le grandi chiese, i campanili, le torri ed una distesa di tetti dalle caratteristiche tegole in cotto; All’imbrunire sembra proprio un presepe.Le nebbie invernali la rendono misteriosa, alta ed inespugnabile fra i monti che la circondano. È infatti una delle poche città di questa parte della Sicilia ad aver conservato, dopo il terremoto del 1693, parte delle testimonianze dell’arte e dell’architettura medievali e, soprattutto, la tipologia dell’abitato.Ma la vera attrazione dell’abitato è rappresentata dalla millenaria tradizione della ceramica risalente al V secolo a.C.: le sue fornaci non hanno mai smesso di ardere.

Oltre alla visita del Museo della ceramica, per conoscere la storia e l’evoluzione di quest’arte attraverso i suoi manufatti, ogni angolo di Caltagirone, museo all’aperto, sorprende il visitatore: qui con un inserimento colorato ed originale, lì con un vaso, per non parlare di quel capolavoro indiscusso che è la scalinata di Santa Maria del Monte.Il Giardino pubblico Alle spalle del Museo della Ceramica si trova il Giardino pubblico; vi si può accedere dal Teatrino, mediante due rampe di scale, da via Roma, dove si trova l’ingresso principale a fianco del Teatro Politeama, e dal viale principessa Maria José.Il giardino, su modello dei parchi inglesi, è opera dell’architetto G. B. Filippo Basile. La realizzazione di una villa comunale sull’area della cosiddetta “silva di San Francesco”, parzialmente occupata da una collinetta, iniziò nel 1846.La progettazione dell’ingresso in stile liberty, caratterizzato da un’insolita cancellata - tra fasci di canne palustri dove s’indovinano piccoli pesci, uccelli acquatici e rettili - alternata a pilastri, è opera dell’architetto Saverio Fragapane.

All’interno, lungo i viali, si trovano vasi in terracotta realizzati dalla bottega Vaccaro- Bongiovanni, maioliche di Giuseppe Di Bartolo e terrecotte ornamentali di Gioacchino Ali e del Vella.Nel piazzale centrale è in grande evidenza il palco musicale in stile moresco con rivestimento in maiolica policroma.Nella parte inferiore si può ammirare una delle vasche della fontana dello scultore ed architetto fiorentino Camillo Camilliani del XVI secolo.

Se si opta per l’ingresso di viale principessa Maria José si scende per una duplice scalinata alla base della quale si possono ammirare due pannelli maiolicati di Gianni Ballarò e, racchiusa in una nicchia, una bella statua di Cerereopera del plasticatore Nicolò Barrano, in tema con la decorazione dei pannelli, che rappresenta quasi un inno alla natura.Di fronte all’ingresso si può ammirare una gradevole balaustra in ceramica, realizzata nei primi decenni del Novecento, che circonda il giardinello antistante la ex caserma dei Carabinieri, oggi sede del Museo della Fotografia e di esposizioni temporanee.Nei confini della villa è anche presente la ex-biblioteca comunale, pregevole esempio di architettura Liberty, oggi sede del Museo internazionale del Presepe.Il centro storico Il centro storico sorge a 608m d’altitudine; fino al primo dopoguerra era l’unico insediamento urbano, ed ha origini millenarie.Nel settore orientale vi è il quartiere San Giorgio che prende nome dall’omonima chiesa, la più importante della città.Il centro storico è ricca di numerose chiese e diversi monumenti, oltreché le principali istituzioni ed enti (comune, teatro, banche e assicurazioni).A sud vi sono le aree urbane più basse rispetto al centro storico, vale a dire Il quartiere Acquanuova, San Pietro e San Francesco di Paola, quest’ultimo quartiere si trova il giardino pubblico che è considerato il polmone verde della città.

 Passeggiate nei dintorni Sulla via Nicastro, ad appena tre chilometri dal centro abitato, si trova il Cimitero Monumentale, preceduto da un viale alberato.Detto Cimitero del Paradiso, dal nome della contrada in cui sorse, fu progettato dal celebre architetto Nicastro nel 1866, con pianta a croce bizantina iscritta dentro un muro perimetrale che in parte lascia intravedere l’interno attraverso alcune aperture.Il progetto non fu mai portato a compimento dal Nicastro che morì nel 1903. Notevoli i loggiati, con arcate ogivali sostenute da snelle colonne, che donano al luogo luminosità e ariosità.Da ammirare alcune cappelle gentilizie degli inizi del Novecento sia per lo stile architettonico sia per le pregevoli decorazioni in ceramica, alcune delle quali in cattivo stato di conservazione. Dal 1931 è stato dichiarato monumento nazionale.Musei I principali musei di Caltagirone sono:Museo della Ceramica di CaltagironeMuseo Civico al Carcere BorbonicoMuseo delle Ville Storiche Caltagironesi e SicilianeMuseo d’Arte ContemporaneaMuseo Internazionale del PresepeMostra dei Pupi SicilianiMuseo delle Espressioni Ceramiche Contemporanee (presso l’Istituto d’Arte) Museo Naturalistico (frazione Santo Pietro) Pinanoteca Museo dei PP. CappucciniCaltagirone a tavola

La cucina calatina è stata fortemente influenzata dalle tradizioni culinarie dei vari popoli succedutisi in Sicilia nel corso dei secoli: Arabi, Normanni, Spagnoli e Francesi.Provengono dai maestri dolciari arabi i segreti per lavorare le mandorle tostate con la chiara d’uovo e il miele.Ricordiamo a pasta reali, i cuddureddi ri Natali, (pastafrolla con ripieno di vin cotto, miele o mandorle), i panareddi ri Pasqua (forme tradizionali di pane dolce), i cassateddi (saccottini ripieni di ricotta), i Totò, le cutumele (frittelle dolci a base di ricotta e miele, i cannoli, i gelati e le granite.Non sono da dimenticare a cubbàita (torrone di ceci, canditi d’arancia e miele) e a giuggiulena (torrone a base di sesamo e miele).I piatti poveri, invece, richiamano con i loro ingredienti le antiche tradizioni contadine; le terre di Caltagirone producevano e producono agrumi, uva da tavola, olive e cereali e su questi prodotti si basava l’alimentazione degli antichi abitanti calatini.

Pasta cu maccu (condita con purea di fave), pasta chi mirangiani (con melanzane e ricotta salata), piruna (calzoni ripieni di spinaci o altre verdure), pani ri casa cunzatu, scacciati, cuccia (grano cotto), ngucciata (polenta di semola di grano duro), e pasta ri casa (semola di grano duro con acqua) sono alcuni piatti tipici della tradizione culinaria caltagironese.Le muffuredde (panini di grano duro con l’aggiunta di semi di finocchio) sono associate alle festa della Madonna Immacolata e vendute casa per casa da ambulanti all’ alba; la cuccìa (grano bollito) è una specialità tipicamente associata alla festa di Santa Lucia.